Portogallo e Francia: riforme su anticorruzione e whistleblowing
Sono prossime all’entrata in vigore una nuova disciplina anticorruzione in Portogallo e le misure di recepimento della Direttiva UE 2017/1937 in materia di whistleblowing in Francia.
In particolare, lo scorso 7 giugno è entrato in vigore il Decreto-Lei n. 109-E/2021 che, oltre a stabilire l’istituzione obbligatoria di canali di segnalazione nei confronti di enti pubblici e imprese con più di 50 dipendenti, introduce una riforma della compliance anticorruzione. Nello specifico, la novella impone alle società di mappare il rischio corruzione ed elaborare un piano per la relativa prevenzione, con contestuale nomina di un responsabile della prevenzione della corruzione, analogamente a quanto è stato fatto in ambito domestico con la Legge n. 190/2012.
Il prossimo settembre, inoltre, entra in vigore in Francia la Loi n. 2022-401 che dà attuazione alla Direttiva UE in tema di whistleblowing, ampliando l’ambito di applicazione della precedente disciplina. Tra le novità, si segnala l’estensione della tutela in favore di terzi, quali le organizzazioni no-profit o i sindacati che supportano il segnalante, oppure i familiari e colleghi di lavoro che potrebbero subire ritorsioni collegate alla segnalazione.
Di interesse, inoltre, il rafforzamento delle misure di protezione (come l’immunità da responsabilità civile in caso di rivelazione di informazioni confidenziali) e delle sanzioni accessorie rispetto ad atteggiamenti ritorsivi subiti dal segnalante, nonché il superamento dell’obbligo di preventiva attivazione di canali interni di denuncia rispetto a quelli esterni, con piena libertà del whistleblower di rivolgersi direttamente alle Autorità.